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Stefania nasce a Campobasso il 21 maggio del 1972. 

All’età di 4 anni la sua famiglia si trasferisce a Pescara e qui Stefania rimane fino ad adolescenza inoltrata. Consegue la maturità classica al liceo “G. D’annunzio” di Pescara. Dopo il liceo decide di iscriversi alla facoltà di Biologia all’università di Bologna. Corso di laurea che completa velocemente e brillantemente con la lode. Dopo la laurea Stefania ha le idee chiare, vuole prendere il dottorato e fare ricerca. Stefania ha anche chiaro in mente che per il lavoro di ricerca l’internazionalità è fondamentale, quindi cerca in diversi modi di entrare in un programma di dottorato internazionale (PhD) che le possa aprire la strada verso l’estero. 

 

Paradossalmente Stefania trova quello che cerca proprio in Abruzzo al Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro. A quel tempo l’Istituto sta vivendo un periodo positivo e rappresenta una piccola isola felice di internazionalità e di alta qualità di ricerca. Stefania arriva al Negri Sud dopo aver vinto alcune borse di studio regionali e proprio nel momento in cui l’istituto ha stabilito una convenzione con la Open University di Londra. E ovviamente Stefania non si fa scappare l’occasione, si aggiudica una borsa di Studio della Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e comincia il suo dottorato internazionale studiando i meccanismi molecolari che stanno alla base dei sistemi di trasporto intracellullari. Al Negri Sud Stefania incontra anche quello che rimarrà il suo compagno per il resto della sua breve vita, Massimiliano Baldassarre. 

 

 

 

Una volta ottenuto il dottorato Stefania e Massimiliano si trasferiscono insieme alla Yale University, negli Stati Uniti e qui rimangono per 9 anni. 

Stefania è determinata sul suo futuro e pur rimanendo nell’ambito della biologia cellulare decide di focalizzarsi sullo studio delle interazioni molecolari tra batteri e cellule infettate. In particolare lo studio del batterio Salmonella Typhi, l’agente della febbre tifoidea.

 

Gli anni passati negli Stati Uniti rappresentano degli anni intensi e produttivi dal punto di vista scientifico. É qui che Stefania pone le basi della brillante carriera che seguirà a breve, pubblicando lavori di grande rilevanza internazionale su riviste prestigiosissime come Science e PNAS. Ma gli anni trascorsi in Connecticut sono anche gli anni migliori dal punto di vista personale. L’ambiente della Yale University è cosmopolita ed accogliente e le permette l’incontro e la conoscenza di tantissimi nuovi amici e nuove culture. Nel mezzo di questi anni nasce anche l’unica figlia di Stefania e Massimiliano: Isabella. 

 

Anche nel ruolo di madre Stefania si rivela speciale. Riesce ad essere una madre attenta e presente senza minimamente influenzare la sua carriera, riuscendo a bilanciare la vita privata e il lavoro in maniera impeccabile.

 

Nel 2013, grazie alle scoperte relative all’agente della febbre tifoidea, Stefania viene reclutata come professore associato (Senior Lecturer) all’Università di Aberdeen in Scozia. Qui Stefania si dimostra un leader eccezionale e la sua carriera ha un’impennata improvvisa. In pochi anni riesce a mettere su un programma di ricerca che conquista finanziamenti per milioni di Sterline, incluso il prestigioso finanziamento europeo ERC, e nel giro di pochi anni diventa professore ordinario e co-direttore del programma di Microbiologia e Immunologia. In aggiunta fonda e dirige un nuovo centro universitario per lo studio dei batteri e della loro interazione con l’uomo. 

Ed è proprio alla fine di un simposio organizzato da questo centro che Stefania viene colpita da un aneurisma cerebrale che in pochissimi minuti mette fine alla sua brillante carriera e alla sua vita.

Vita che si conclude il 3 settembre 2019 con il suo ultimo atto di generosità: come espressamente dichiarato in vita, dona i suoi organi ridando una speranza di vita a 6 persone.

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